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10 FOTO PER 10 DOMANDE: IVO OBERTO


 Ameresti osservare gli animali nel loro ambiente naturale?

Ami camminare in montagna?

 

Se vai su questa pagina web potresti trovare ciò che fa per te.


Ciao Ivo,

come ben sai con l’avvento del digitale abbiamo assistito negli ultimi vent'anni una vera esplosione della fotografia naturalistica, un’attività che sta coinvolgendo sempre più persone e le sta avvicinando alla scoperta della natura.

 

In tutte le attività umane ci sono persone che eccellono e anche la fotografia naturalistica non sfugge a questa regola.

Tuttavia credo che non sia tanto la qualità delle foto la cosa più importante, certo una fotografia stupenda lascia senza fiato e comunica emozioni, ma è soprattutto l'approccio alla natura che mi interessa e mi fa propendere nel seguire un fotografo piuttosto che un altro.

 

Preferisco una foto non perfetta ma “naturale” piuttosto che una foto eccezionale frutto di qualche sotterfugio.

 

In questo blog ho deciso perciò di invitare alcune persone che conosco da anni, che hanno una sensibilità e un approccio che si sposa al mio modo di vedere e vivere la natura: se possibile in punta di piedi, senza lasciare traccia e traumi, soprattutto, con un occhio alla protezione dell’ambiente.

 

Ecco perché ho chiesto a te di concedermi qualche foto, 10 per l’esattezza, e un po’ del tuo tempo per parlare di natura.

 

Dunque ti ringrazio per la disponibilità, ora partiamo, vorrei farti qualche domanda.

 

 

Un camoscio curioso

 

Be’, si comincia sempre da quando uno ha iniziato, raccontami come è nata in te la passione per la fotografia.

 

Sì, ti potrei raccontare di quelle prime foto fatte con la Kodak a rullino dei miei genitori, ancora oggi là, in un cassetto ormai dimenticato.

 

E poi la reflex automatica Minolta, acquistata con i primi risparmi, dotata di un obbiettivo già importante per quegli anni.

 

Seguiva la Zenit, con comandi manuali, con la quale ho mosso i primi passi nella tecnica fotografica.

 

Le prime digitali hanno poi aperto un mondo nuovo sulla fotografia.

 

Penso di aver fatto le foto più belle proprio con una compatta Sony da 3 Mpx, il cui LCD era poco più grande di un dito pollice !

 

Poi da lì è stato un crescendo di nozioni fotografiche e di attrezzatura e in breve, dalla fotografia d'insieme, sono passato a quella a tema, decisamente più stimolante.

 

Una fugace osservazione di coturnice

 

Hai scelto di dedicare questo spazio all'avifauna, puoi raccontarmi perché? Cosa ti attira in questo soggetto?

 

Ho da sempre avuto una passione per il volo.

 

Gli uccelli ed il loro volo rappresentano qualcosa di assolutamente unico in natura.

 

Piccole e meno piccole creature capaci di imprese uniche, come può essere ad esempio il movimento migratorio.

 

I rapaci sicuramente mi affascinano più di ogni altra specie, non per una ragione specifica, direi più per affinità e basta.

 

Il passaggio ravvicinato di un Aquila è qualcosa di emozionante ed indimenticabile; e come tale, la pratica crea una certa dipendenza!

 

Le acrobazie di un Gheppio , piuttosto che quelle di un Falco pellegrino, trasmettono un profondo senso di libertà.

 

Poterli seguire con un tele obbiettivo, o binocolo che sia, vuol dire entrare nel loro universo e per qualche istante volare con loro.

 

Il fringuello alpino

 

Come hai realizzato queste fotografie, con quale tecnica?

  

Qui ci sarebbero molte le cose da dire: riassumendo direi che l'esperienza è tutto, ma la tecnica fotografica, anche se la si padroneggia ottimamente, è un qualcosa che rimane sfruttabile al meglio solo in poche occasioni e solitamente di rado nella fotografia naturalistica di ricerca dove la sorpresa è tutto.

 

Ci si deve aggiustare sul momento e tante volte un po' di fortuna e l'occasione giusta al momento giusto fanno la differenza.

 

Grifone in volo sopra un alpeggio

 

E quale attrezzatura hai usato?

 

Uso una reflex Nikon D500 con un obbiettivo molto leggero sempre della Nikon, ormai quasi introvabile, sembrerebbe, a causa delle difficoltà che la casa madre ha avuto in fase produttiva (Nikon 500 PF F 5.6).

 

Per le giornate con poca luce mi accontento di un Nikon 300 F4 PF, rinunciando ad un po' di lunghezza focale e prediligendo la luminosità.

 

Un'aquila reale in volo

 

Sappiamo entrambi che la fotografia naturalistica può avere un grosso impatto sugli animali, sulle piante e sugli ambienti oggetto delle nostre attenzioni. Quali sono per te le regole etiche che è importante seguire in questa attività?

 

Anche qui il tema é piuttosto complesso.

 

Bisogna sapersi accontentare e non forzare mai la mano, avvicinandosi troppo o andando a disturbare comportamenti che per loro natura sono delicati.

 

Rispettare sempre l'essere selvatico dell'animale, tanto affascinante quanto fragile.

 

Solitamente le mie istantanee sono indirizzate a soggetti incontrati per caso durante lunghe escursioni in montagna, sovente in luoghi selvaggi sconosciuti ai più, dove è più probabile avere incontri unici.

 

Di certo un minimo di quello che amo chiamare "inquinamento umano" c'è sempre , ma non più di quanto ci possa essere al passaggio di un semplice escursionista.

 

È importante trovarsi nel posto giusto, non cercare a tutti i costi. Spesso si torna a casa con la "sacca vuota o mezza vuota" ma questo deve far parte del gioco.

 

Cardellino nella neve

 

Io uso sovente il termine “cacciatori d’immagini”, secondo te cosa distingue un fotografo da un altro?

  

Sicuramente le diversità tra i "cacciatori d'immagini" possono essere molte.

 

Penso che la stragrande maggioranza preferisca ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo.

 

E questo di per se non farebbe una piega se non per il fatto che le occasioni più ghiotte ti possono capitare in movimento.

 

Utilizzando attrezzature importanti, spesso con un peso sostenuto, si ha poca mobilità e quindi ci si accontenta di fotografare spesso situazioni, contesti e soggetti ridondanti.

 

Questa almeno la mia opinione in materia e, per quanto mi riguarda, cerco sempre situazioni diverse a costo di fatiche importanti che sovente portano al nulla di fatto.

 

Rimane però sempre la soddisfazione di quei pochi scatti, magari imperfetti, ma pur sempre unici perché sofferti.

 

Volo di gru

 

La fotografia può ad esempio dare un contributo alla conservazione delle varie specie animali e vegetali?

Direi proprio di si, quanto meno anche solo come forma di censimento.

 

Questo chiaramente se i dati vengono poi condivisi, elaborati su vasta scala, incrociati e se diventano infine oggetto di studi a lungo termine tra esperti e studiosi del settore.

 

Lodolaio in caccia

 

Stai lavorando a qualche progetto? Vuoi rivelarmi qualcosa?

 

Nulla di importante anche perché l'autocritica mi spinge a fare sempre meglio e a spostare il target sempre in avanti.

 

La sensazione è sempre quella di dover fare qualche cosa di più e di diverso, per cui, per rimanere in ambito fotografico, non mi sento di "scattare un'istantanea" del lavoro fatto fino ad ora.

 

L'interesse è sempre quello di approfondire la conoscenza dei comportamenti degli animali selvatici e magari realizzare in futuro una modesta mostra fotografica a tema, nella speranza di poter condividere qualcosa di particolare.

 

Maschio di pernice bianca

 

Sicuramente hai qualche ricordo particolare a cui tieni molto, un incontro emozionante oppure un risultato fotografico a lungo cercato. Ti va di raccontarmelo?

 

Ogni uscita racchiude in se momenti unici, non solo di soddisfazione personale per un avvistamento particolare o uno scatto realizzato particolarmente bene, ma anche occasioni perse, scatti rimasti incompiuti per le più svariate ragioni o coincidenze.

 

Lo scatto della vita o semplicemente l'occasione ideale per lo scatto perfetto è sempre dietro la porta ed il bello forse è proprio questo.

 

Un momento che rimarrà indelebile nella mia mente e che mi ha regalato grandi emozioni è stato il passaggio migratorio eccezionale delle Gru di qualche anno fa.

 

Mi trovavo nella bassa Valle Stura.

 

In una posizione strategica, cercata con determinazione, dall'alto di un rilievo, la visuale mi permetteva di scrutare per bene il centro valle.

 

In tarda mattinata centinaia di Gru hanno iniziato a popolare la valle; Un nevischio leggero ha reso il tutto magico ed allo stesso tempo più complicato per le Gru stesse che, trovando una barriera di cattivo tempo a monte della mio hot spot, ritornavano a valle sorvolando a bassa quota la statale che correva sotto di me.

 

Per un ora ho assistito ad uno spettacolo unico, con un via vai continuo di voci urlanti.

 

La rumorosa danza delle gru, gioia per i miei occhi ed il mio udito, rimarrà sempre un ricordo legato a quel giorno particolare.

 

Il canto del pettirosso

 

Pubblichi le tue fotografie su un blog, su una pagina web? E quale?

 

 Solitamente pubblico le foto sui Social, uno in particolare.

 

Ma mi limito ad uno scatto o due, bottino del fine settimana.

 

Moltissimi dei miei incontri rimangono personali e in quanto tali preferisco non pubblicarli.

 

Inoltre, solitamente per le specie a rischio preferisco non fare troppa pubblicità.

 

Per lo meno rimango molto generico sul luogo dell'osservazione. Anche questo deve far parte dell'etica di un buon naturalista.

 

Sono comunque soddisfatto che i "followers" apprezzino i miei scatti più per quello che la fotografia cerca di trasmette che del mero soggetto, fine a se stesso.

 


Grazie Ivo,

le foto che hai deciso di condividere qui dimostrano certamente una ricerca lunga e determinata del luogo e delle condizioni migliori per cogliere il soggetto nel suo ambiente naturale.

 

Soprattutto in montagna e alta montagna la difficoltà nel cogliere l'attimo è associata alla bassa densità delle varie specie, soprattutto delle più emblematiche.

 

Concordo con te sulla cautela nel condividere luoghi e contesti per quelle specie il cui disturbo umano può essere talvolta foriero di un basso successo riproduttivo o di pericolo diretto per l'animale.

 

Da questo si riconoscono, a mio parere, i "cacciatori di immagini" che non hanno a cuore il benessere degli animali ma solo la soddisfazione del loro ego, e un fotografo naturalista, che legge, si documenta e pubblica con riserbo il risultato delle sue fatiche.

 

In ogni caso la fotografia è condivisione, ma non deve essere a ogni costo.

 

Buone camminate e attese nella natura selvaggia, chissà che non ci ci incontri un giorno, per caso, nello stesso luogo.

 

 


 

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regalami un piccolo commento.

 

Sarà per me un regalo, che serberò nel bagaglio dei miei ricordi.

foto Laurent Carré 2014

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Luca Francesco Maria Giraudo

 

Ornitologo - International Mountain Leader - Accompagnateur en Montagne BE France - Accompagnatore  Naturalistico Regione Piemonte - Accompagnatore Turistico - Istruttore nazionale Nordic Walking SINW

e-mail: luca.giraudo21@gmail.com - cellulare +393336678359 -  portable +33767220496

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 Ultimo aggiornamento: 6 dicembre 2024