· 

IN SCOZIA, AI CONFINI DEL GRANDE NORD

Panorami di Mull, Ebridi interne

La Scozia è per noi, gente del Sud, innanzitutto un luogo pieno di mistero, una terra ricca di leggende e di tradizioni, abitata da sempre da popoli rudi e coraggiosi, da spiriti buoni e da invisibili e misteriose presenze.

 

Beccaccia di mare a Skye

 

Sebbene sia popolata stabilmente da meno di diecimila anni, molto meno del Mediterraneo, evoca in noi un senso di antico, di mitico.

 

Forse perché parte del nostro retaggio culturale arriva dai Celti e dai “barbari”? Oppure perché il Nord ha sempre rappresentato una terra di confine, di esplorazione, dove le forze della natura si scontrano con violenza e ci mettono a dura prova?

O forse perché il suo clima e i suoi spazi ci ricordano quando, decine di migliaia di anni fa, la nostra gente viveva di caccia e pesca, seguendo il ritmo delle stagioni e delle migrazioni dei grandi mammiferi?

 

 

Tutto questo, forse, e altro ancora.

 

Bass Rock, sullo sfondo

 

Sedimenti sabbiosi e argillosi che oggi costituiscono lo zoccolo delle Highlands si depositarono lungo le coste e nel mare profondo antistante ed emersero durante l’orogenesi Caledoniana, nome latino della Scozia, che portò alla formazione della catena omonima a partire da 490 milioni di anni fa.

 

Nello scontro fra i continenti si crearono archi vulcanici attivi, i cui resti ancora oggi emergono fra i sedimenti più recenti delle Highlands e delle Lowlands: i basalti formano isole come Staffa, l’isola dalla canne d’organo, i porfidi le fondamenta del castello di Edimburgo.

  

Vennero poi le ere glaciali, si susseguirono ed erosero enormi quantità di rocce sedimentarie, metamorfiche e vulcaniche, scavarono i lunghissimi e rettilinei Glen, le valli dai fianchi ripidi, e i Loch, laghi e fiordi che spezzano in ogni dove la continuità del verde dei muschi e delle erbe che ricoprono le montagne. Montagne antiche che formano oggi i rilievi arrotondati dal tempo e dai ghiacciai.

 

Loch Lomond

 

Poi venne l’uomo. Dapprima in punta di piedi, poi via via sempre più prepotentemente, dal Mesolitico al Neolitico si insediò lungo le coste, visse di caccia e pesca e poi anche di agricoltura di sussistenza. I villaggi erano sparsi nelle immensità scozzesi, ma ciò non impedì a queste popolazioni di lasciare un segno indelebile.

 

Complice un cambiamento del clima, che divenne più umido e ventoso rispetto al Neolitico, da 2000 anni prima di Cristo con la tecnologia dei metalli e soprattutto dal Medioevo in poi cambiò il paesaggio scozzese: le foreste delle Lowlands vennero tagliate per fare spazio ai coltivi e agli allevamenti di pecore e di highlander, le pelose e rudi vacche scozzesi, i grandi mammiferi si estinsero: alci, orsi e lupi sparirono negli ultimi 700 anni. Ciò che possiamo osservare oggi è solo una parte di quello che era presente prima del nostro avvento.

 

 

Highlander, la razza di vacche scozzesi più famosa

 

Tuttavia la nostra invadenza pare avere un effetto. Che non sempre e non dappertutto si percepisce. Se non si conoscono la storia naturale e umana di queste terre, si ha la percezione che tutto sia rimasto così, da sempre.

 

Nel mondo anglosassone di oggi la natura ha uno spazio importante, non solo perché è spesso indomabile, ma soprattutto perché è oggetto di molte attenzioni, di interessi diffusi e collettivi, di progetti concreti di conservazione che tentano di rimettere in moto processi ecologici un tempo interrotti.

 

 

In Scozia sono stati reintrodotti il falco pescatore e l’aquila di mare, si stanno piantando decine di migliaia di alberi, si possono visitare e vivere riserve naturali gestite con oculatezza ed efficacia.

 

Pulcinella di mare, Isola di Staffa

 

Per questo è interessante le Scozia. Certo, per le vicende umane, per le tradizioni radicate anche nei giovani, per il whisky e i castelli mitologici. Tutti aspetti che rendono questa nazione unica e affascinante.

 

Ma è senz’altro l’ambiente naturale che ha plasmato gli Scozzesi e affascina chiunque viva qualche giorni, settimana o mese in questa terra.

 

 

Skye e Mull, le maggiori isole delle Ebridi interne, concedono panorami suggestivi e struggenti. Montagne che si gettano in mare, verdi fino al blu dell’acqua, spoglie se non per quella coltre di erba densa che ricopre tutto. Qua e là qualche albero, sopravvissuto agli eventi naturali e umani.

 

Panorami delle Highlands,  La costa nei pressi di Bass Rock, Isola di Staffa

 

Fiordi e coste rocciose, lunghe e sinuose strade, quasi tutte a senso unico alternato, seguono fedelmente le ondulazioni del paesaggio. Rare case bianche o dai colori pastello spezzano la monotonia del verde.

 

Ma non siamo soli. Le foche abitano queste coste da sempre. Le si vedono sbucare dall’acqua, a volte a decine, emerge solo la testa, prendono fiato fra una immersione e l’altra, osservano da lontano i mammiferi colorati e bipedi che schiamazzano estasiati “ guarda là, guarda quante!”.

 

I Craignorms, nelle Highlands orientali, sono montagne dolci e spoglie che si susseguono fra un glen e l’altro. Qui, nei glen, vivono ancora foreste di pini e querce, che contornano laghi abitati da strolaghe e anatre del Nord.

 

I loro pendii che raggiungono altitudini banali per un alpinista, possono diventare, grazie al vento, l’anticamera del Polo Nord. Le loro sommità rosso porfido, con la nebbia creano un’atmosfera marziana. Ci si sente in un altro mondo.

 

 

 

Sule, Bass Rock

 

Vicina al Polo Nord, ad una latitudine pari a quella della Danimarca, è abitata da molte specie nordiche, sia vegetali, come il pino scozzese, sia animali, come molte specie di uccelli, che nidificano in numeri elevatissimi, soprattutto lungo le coste e sulle piccole e inaccessibili isole rocciose.

 

 

Bass Rock, uno scoglio di granito al largo della città di North Berwick, accoglie la più grande colonia riproduttiva di sula europea: avvicinandosi con il battello la si scorge lontana e apparentemente disabitata, fino a che onda dopo onda si inizia a essere sorvolati da migliaia di sule che tornano al nido.

 

Lo spettacolo, a poche decine di metri dalle scogliere, toglie il fiato. Centinaia di migliaia di sule, posate, in volo, ovunque il bianco dell’isola è composto dal piumaggio degli uccelli, o dal loro guano. Si viene via in silenzio e con nostalgia, tanto la moltitudine stordisce.

 

 

Spazi immensi e montagne che cadono su bracci di mare grigi come le nuvole. Le Ebridi e le Highlands Occidentali concedono dei panorami che rimangono nell’animo.

 

Vento sole e, a tratti, pioggia. Rilievi arrotondati ricoperti di erba verdissima e compatta, cascate altissime che cadono dalle sequenze di rocce sedimentarie, formano torrenti color rame colonizzati dai salici. La brughiera e i mirtilli sono dappertutto e donano i loro colori rossi a questo panorama solitario.

 

Solitudine. Sì, in Scozia il panorama evoca la solitudine. Il silenzio degli elementi, del vento, dell’acqua, del mare. Il silenzio del Grande Nord inizia già qui.

 

 

Se amate questo, vale la pena vivere questa terra.

 

Flora scozzese


N.B. Il viaggio è stato realizzato dal 15 al 23 giugno 2019. Sarà probabilmente di nuovo in programma nel 2021.


 Quando, come e dove andare

 

Il clima scozzese è abbastanza “capriccioso” e variabile, come deve esserlo d’altronde nelle condizioni geografiche e morfologiche in cui ci si trova.

D’estate può essere caldo, molto caldo nelle ultime annate, ma gelido e pericoloso sulle cime, dove si raggiungono tranquillamente gli zero gradi e il vento porta la temperatura percepita a meno 15°C.

 

D’inverno è ovviamente freddo ma non glaciale, ma il clima può subire eventi di gelo improvvisi legati ai venti artici.

 

D’estate le giornate sono lunghe e interminabili, d’inverno corte e buie. Ma se ci si adatta e si ama la natura dura e imprevedibile, ogni stagione è da vivere.

 

Qualche informazione sul clima la trovate qui: https://www.visitscotland.com/it-it/about/practical-information/weather/

 

 

La natura in Scozia concede molte soddisfazioni. I parchi nazionali e le riserve naturali sono numerosi ed estesi, la sentieristica è di alto livello ed esistono sia escursioni di un giorno che lunghi trekking e traversate.

 

Qui potete trovare informazioni utili:

https://www.visitscotland.com/see-do/landscapes-nature/national-parks-gardens/

 

https://www.nature.scot/enjoying-outdoors/routes-explore/scotlands-great-trails

 

Edimburgo è senz’altro una città da vivere e visitare, sia per i monumenti e i musei che per i pub e la musica tradizionale gaelica.

Qualche suggestione la trovate qui: https://www.visitbritain.com/it/it/inghilterra/londra?gclid=EAIaIQobChMI4ffmkLfV5QIVRaQYCh1AOQE1EAAYASAAEgLSAfD_BwE 

 


Ti può interessare quello che faccio e che propongo? Tieniti in contatto cliccando qui sotto l'immagine del mio logo e compilando il form


Se hai letto fino qui, se ti è piaciuto il mio scritto, se ha suscitato ricordi ed emozioni,

 

ha toccato corde sopite, ecco: regalami un piccolo commento, lasciami una breve frase, un

 

aneddoto, una piccola storia vissuta.

 

 

Mi farà piacere e sarà per me un piccolo regalo, che serberò nel bagaglio dei miei ricordi.

foto Laurent Carré 2014

Follow me on:

 

Luca Francesco Maria Giraudo

 

Ornitologo - International Mountain Leader - Accompagnateur en Montagne BE France - Accompagnatore  Naturalistico Regione Piemonte - Accompagnatore Turistico - Istruttore nazionale Nordic Walking SINW

e-mail: luca.giraudo21@gmail.com - cellulare +393336678359 -  portable +33767220496

Via Rana, 10 - 12012 Boves CN

C.F. GRDLFR64R09B101Z - P. IVA  03749750042

 

 

 

 

 

 Ultimo aggiornamento: 6 dicembre 2024